Dott.ssa Costanza Armenise

Il termine “coming out” indica quel processo attraverso cui le persone gay, lesbiche o bisessuali accettano il proprio orientamento sessuale e scelgono di rivelarlo alle altre persone.

L’espressione “coming out” infatti deriva dall’espressione inglese “coming out of closet” il cui significato letterale è  “uscire dall’armadio” ossia “venire allo scoperto”.

È un processo complesso, difficile, spesso fonte di sofferenza che inizia con la presa di consapevolezza della propria attrazione per una persona dello stesso sesso e delle proprie emozioni.

Esso include tre aspetti:

  • Lo sviluppo di una consapevolezza emotiva, ossia le  emozioni e i sentimenti provati verso altre persone del proprio sesso e verso se stessi;
  • Una costruzione cognitiva: convinzioni relative all’omosessualità, a se stessi e agli altri in quanto persona gay, lesbica o bisessuale;
  • Una costruzione comportamentale: conoscenza delle proprie preferenze sessuali e comportamenti sessuali.

Vivendo in una società omofobica molte persone hanno grandi difficoltà a identificarsi come omosessuali. 

Si può affermare che il “primo coming out” è quello che viene fatto verso se stessi, condizione senza la quale non sarebbero possibili tutti gli altri coming out “esterni”.

Quindi “fare coming out” non significa esclusivamente comunicare agli altri (familiari, amici, colleghi di lavoro..) il proprio orientamento sessuale, bensì affermare nel profondo la propria identità, in primo luogo a se stessi e successivamente agli altri significativi.

Prossimamente approfondiremo la tematica del coming out, vedendo insieme quali sono le più frequenti modalità di svelamento e gli aspetti critici ad essi associati.

 

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